ESPERANTO
9° ANNO ACCADEMICO > CONTAMINAZIONI CULTURALI


Incontriamo
l’ESPERANTO
Una lingua, un’idea, una speranza
EVENTO ONLINE SU PIATTAFORMA ZOOM IN PROGRAMMA MARTEDI 18 FEBBRAIO, ORE 18:30
RELATORE: dott. CARLO TESTA
- Per chi ha sentito parlare dell'esperanto e vuole saperne di più
- Per chi non ne ha mai sentito parlare, ma si è posto il problema dell’esistenza di una lingua internazionale
- Per chi pensa che la pace e la comprensione tra i popoli passi anche attraverso l’uso di mezzi linguistici rispettosi e egalitari.
VIDEO - REGISTRAZIONE DELL'INCONTRO
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PERCHE' PROPONIAMO UN INCONTRO PER PARLARE DI ESPERANTO
Martedì, nel tardo pomeriggio (in Rete, su Piattaforma ZOOM) a partire dalle 18:30 è in programma il primo degli appuntamenti proposti da Uni Ostia nel contesto delle Contaminazioni Culturali (meglio identificati come “Percorsi Collettivi di Conoscenza”, ispirati al principio che “la cultura è un bene che quando viene distribuito aumenta di valore”) si parlerà di Esperanto, cioè quella lingua inventata negli anni 80 del 19° secolo, dal medico polacco Ludwik Lejzer Zamenhof con l’utopistico obiettivo di permettere la comunicazione su un piano di parità tra tutti i cittadini del Mondo.
Se di utopia si parlò già dall’inizio del suo ingresso in scena, oltre un secolo e mezzo fa, possiamo ben comprendere come, con tutto ciò che di più drammatico è accaduto sulla Terra in questi 150 anni, e soprattutto con la drammatica situazione mondiale di oggi, l’esperanto possa essere ancor più distinto come una lingua utopistica.
Eppure, l’“azzardo” che vuol affrontare la nostra Associazione martedì 18 febbraio, ha una sua convinta ragion d’essere culturale (per rimanere nell’area che ci riguarda), sociale e morale: dedicare poco più di un’ora ad una riflessione che porti all’inversione di un paradigma nei rapporti tra la gente, cioè se la relazione e lo scambio precludessero una reciproca crescita, senza che né da una parte né dall’altra esista volontà di sopraffare, cosa accadrebbe? Si riuscirebbe a convertire ciò che minaccia in un qualcosa che possa portare la pace e la conoscenza?. Un nuovo percorso che, anziché fagocitare, porti ad attivare la scoperta e la valorizzazione dell’altro, partendo da un bisogno primordiale dell’essere umano che permette di unirsi, cioè la comunicazione.
Lo scopo della lingua è quello di permettere un maggiore dialogo tra i popoli, ma anche tra le religioni e quindi la costruzione di una possibile pace. La visione ideale del movimento esperantista è, infatti, quella di offrire una lingua comune al mondo e alle religioni creando un’area in cui l’incontro sia semplificato.
L’animatore di questo breve incontro è il dr. Carlo Testa, che nella sua vita professionale è medico (ndr: questa non è una precisazione formale, visto che la Medicina non ha confini di sorta a 360°) che, in modo semplice e stimolante, si rivolgerà a chi ne ha sentito parlare e vuole saperne di più, a chi non ne ha mai sentito parlare, ma si è posto il problema dell’esistenza di una lingua internazionale, ed infine a chi pensa che la pace e la comprensione tra i popoli passi anche attraverso l’uso di mezzi linguistici rispettosi e egalitari. La partecipazione è aperta a tutti, soci e non soci di Uni Ostia, quindi anche a chi non vive nel Municipio X.
CHI E' CARLO TESTA
Carlo Testa, nato a Roma il 11 /8/ 1957, dottore in medicina e chirurgia, specialista in malattie dell’apparato respiratorio,già docente nella scuola secondaria di secondo grado di Scienze Naturali
E' membro del Centro Esperantista Romano “Luigi Minnaja”, ha ottenuto il Diploma dell’Istituto Italiano di Esperanto di Terzo Grado-normale – di Magistero in Esperanto.
LA PACE NON E' UNA UTOPIA
Non possiamo più pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali, ma dobbiamo pensarci alla luce del bene comune, con un senso comunitario, ovvero come un “noi” aperto alla fraternità universale. Non possiamo perseguire solo la protezione di noi stessi, ma è l’ora di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta, creando le basi per un mondo più giusto e pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune. (Papa Francesco)