LE DONNE E IL FASCISMO
9° ANNO ACCADEMICO > I CORSI "024-2025
LE DONNE DURANTE IL FASCISMO
Dalle intellettuali alle amanti celebri. Dalle partigiane alle ausiliarie. Le mille sfaccettature dell'universo femminile nel ventennio
docente: GIUSEPPINA MELLACE
MODALITA' DI EROGAZIONE: ONLINE
GIORNATA DI LEZIONE GIOVEDI'
ORARIO 17:00 - 18:30
Contenuto del Corso:
Nel corso delle lezioni, si affronterà anche il dramma delle leggi razziali subite dalle donne famose come Margherita Sarfatti alla giovanissima studentessa Teresa Mattei che verrà radiata da tutte le scuole del regno per essersi opposta. Si analizzerà il quotidiano per meglio conoscere questa parte della storia con ottica diversa.
CONTRIBUTI DIDATTICI
Durante il ventennio fascista (1922-1943), l'Italia fu testimone di una serie di cambiamenti politici, sociali e culturali che influenzarono profondamente la vita delle donne. Sotto il regime di Benito Mussolini, le politiche fasciste cercarono di relegare le donne a ruoli tradizionali di madri e casalinghe, ma molte riuscirono a ritagliarsi spazi importanti in ambiti diversi, sfidando le norme sociali imposte.
Nonostante le pressioni sociali e politiche, alcune donne riuscirono a emergere come intellettuali di spicco. Figure come Sibilla Aleramo e Grazia Deledda si distinsero nel panorama letterario italiano, portando avanti un discorso femminile che sfidava le convenzioni del tempo. Grazia Deledda, in particolare, fu insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1926, un riconoscimento straordinario per una scrittrice in un'epoca in cui le voci femminili erano spesso marginalizzate.
Il ventennio fascista vide anche l'emergere di figure femminili note per le loro relazioni con uomini potenti. Claretta Petacci è forse l'esempio più noto, amante di Mussolini e figura controversa la cui vita personale si intrecciò inevitabilmente con la politica del tempo. La loro relazione suscitò scandalo e curiosità, rendendo Petacci una figura simbolica del fascino e del potere femminile in un contesto di rigida gerarchia patriarcale.
Durante la Seconda Guerra Mondiale e l'occupazione nazista, molte donne scelsero di unirsi alla Resistenza, diventando partigiane e combattendo contro il regime fascista e le forze tedesche. Nomi come Tina Anselmi, che sarebbe poi diventata la prima donna a ricoprire la carica di Ministro in Italia, sono emblematici del coraggio e della determinazione delle donne che lottarono per la libertà e la democrazia. Le partigiane svolsero ruoli cruciali non solo come combattenti, ma anche come staffette e infermiere, mettendo a rischio le proprie vite per la causa.
Il regime fascista cercò di mobilitare le donne anche in ambito militare, istituendo il Corpo delle Ausiliarie. Queste donne erano addestrate per supportare le forze armate in ruoli non combattenti, come infermiere, telefoniste e operatrici radio. Sebbene il loro contributo fosse spesso sottovalutato rispetto a quello dei loro colleghi maschi, le ausiliarie dimostrarono competenza e dedizione, sfidando ancora una volta le aspettative tradizionali sulle capacità e i ruoli delle donne.
L'universo femminile durante il ventennio fascista fu complesso e variegato, caratterizzato da una continua tensione tra le rigide aspettative del regime e la resilienza e la creatività delle donne italiane. Che si trattasse di intellettuali, amanti celebri, partigiane o ausiliarie, le donne di questo periodo mostrarono una straordinaria capacità di adattamento e una determinazione a ritagliarsi spazi di autonomia e influenza in un contesto spesso ostile. La loro storia è un testamento alla forza e alla diversità dell'esperienza femminile in tempi di grande tumulto e cambiamento.
SPAZIO A DISPOSIZIONE DEL DOCENTE
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